La rinascita del Chelsea con Antonio Conte

Dopo la fallimentare stagione 2015/2016 con José Mourinho in panchina, conclusa con un pessimo decimo posto in stagione ed un Community Shield perso, la dirigenza londinese ha deciso di ripartire con un allenatore dal carattere da manager: Antonio Conte. Il suo curriculum parla da sé, con la vittoria di tre scudetti consecutivi in Serie A e due supercoppe italiane, oltre ad un ottimo risultato conseguito con la nazionale italiana all’Europeo 2016. Ma vediamo come sta andando la stagione di Conte al Chelsea.

Gli inizi

Fin da subito le cose sono state messe in chiaro: corsa ed impegno in campo, il risultato vien da sé. È chiaro che se la squadra è disposta a seguirti, tutto di guadagnato. Ma all’inizio non è stato così, perché un conto è se hai degli stakanovisti instancabili come Giaccherini, Parolo, Eder e Candreva, oltre ai fidati Barzagli, Bonucci, Chiellini e Buffon in squadra che sono disposti a dare l’anima in campo perché è quel che abitualmente fanno, un conto è se hai giocatori tutt’altro che umili e disposti al sacrificio come Hazard e Diego Costa, o comunque non esattamente propensi a spendere il 100% durante i 90 minuti. Così non è stato fin da subito, infatti al 24 settembre il Chelsea si ritrovava sotto 3-0 a primo tempo contro l’Arsenal, distante 8 punti dal City di Guardiola primo in classifica e con la peggior difesa tra le prime dieci.

La svolta

Finalmente il cambio modulo, si passa al 3-4-3 con la tanto amata difesa a 3 di Conte ed i risultati cominciano a vedersi, perché la squadra di Antonio Conte, quasi due mesi dopo da quel disastroso 24 settembre, si trova al primo posto in classifica, distante un punto dal Liverpool e dal Manchester City secondi a parimerito, con 17 gol fatti e 0 subiti nelle ultime 6 partite, diverse vittorie convincenti tra cui un 5-0 all’Everton ed un 4-0 ai rivali dello United, premio manager del mese di ottobre per l’allenatore ex Juventus ed un’imbattibilità difensiva in Premier League che dura da circa 590 minuti.

I cambiamenti

Conte è passato innanzitutto dalla difesa a 4 alla difesa a 3, fondamentale per la sua tipologia di gioco. Ha reinventato Azpilicueta difensore centrale, spostandolo a destra con David Luiz al centro in perfetto stile Bonucci e Cahill a sinistra. Centrocampo a 4 con un rinato Moses sulla fascia destra, Marcos Alonso a sinistra e a centrocampo i due mastini Matic e Kanté. Attacco a 3 con Diego Costa punta e due tra Hazard, Willian e Pedro (nelle ultime 5 partite Conte ha preferito lo spagnolo al brasiliano con il belga sempre titolare) ad agire più vicini alla punta rispetto al precedente modulo.

Le preoccupazioni

Unica pecca del Chelsea di Antonio Conte sono senz’altro gli scontri diretti, perché quelli con Arsenal e Liverpool sono stati persi rispettivamente 3-0 e 1-2. L’unica giustificazione che si può concedere è che probabilmente non era ancora il vero Chelsea, quello al 100%, tanto è vero che lo scontro diretto contro il Manchester United come già detto è stato vinto 4-0, più recente rispetto a quello di Liverpool e Arsenal. La seconda preoccupazione sono gli eventuali risultati europei nella prossima stagione, perché la Juventus con Conte in panchina non ha ottenuto granché in Champions League ed i tifosi del Chelsea ci tengono. Preoccupazioni da tenere e rimandare alla prossima stagione. Ultima ma non meno importante è la stanchezza dei giocatori, visto che nelle ultime 5 partite Conte ha schierato sempre la stessa identica formazione. Ce la faranno a reggere fino a maggio? Conte si renderà conto che questa scelta è deleteria, visto che ha a disposizione ottimi ricambi?

Conte ha carattere da vendere ed è riuscito a revitalizzare gente fondamentale come Eden Hazard e a valorizzare gente come Diego Costa, predisponendoli anche al sacrificio. Chissà che non riuscirà a convincere un’intera squadra a farlo fino a maggio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *